Ensemble Vocale di Napoli
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5 dicembre 2014. "Lauda intorno allo Stabat" di Roberto de Simone

11/15/2014

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La sacra immagine della Madonna Bruna della Basilica permea la Cantata che accosta alla sequenza dello Stabat Mater il Laudario di Jacopone da Todi. 
L’ampia navata centrale e le varie cappelle intercomunicanti donano una straordinaria ed efficace collocazione ‘teatrale’ alla vasta compagine corale e strumentale che occupa nel corso dell’esecuzione differenti postazioni secondando la suggestiva architettura della Basilica. Alla stratificazione di elementi architettonici e stilistici della Basilica e al 
suo portato di numerose vicende storiche ivi occorse (con le relative suggestioni che ne scaturiscono) fa da contrappunto lo stile compositivo di De Simone che parte da “radici antiche” per inglobare le più moderne suggestioni linguistiche, senza confini e preclusioni di genere tra colto e popolare.
Questo è un frammento dell'intensa composizione di Roberto de Simone interpretato dalle voci dell'Ensemble Vocale di Napoli
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la funzione del centenario-prova generale

9/22/2012

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Ecco alcune immagini girate da un videoamatore della prova generale aperta agli studenti delle Scuole Medie Superiori la mattina del 18 settembre 2012.
La prova è stata introdotta da un'intensa ed emozionante lezione di Roberto De Simone sul significato religioso e politico della festa di Piedigrotta, una tradizione per lo più assente nel bagaglio delle emozioni e dei ricordi di chi ha oggi meno di 30 anni.
Di seguito, una piccola rassegna stampa sullo spettacolo.
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LA FUNZIONE DEL CENTENARIO

9/12/2012

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Immagine
Funzione è simbolico termine campano col quale i devoti di S. Maria dell’Arco designato un elaborato rito penitenziale su ritmi oscillanti tra la marcia, il bolero e la tarantella. In tale fissità temporale, si assorbono voracemente materiali e frammenti musicali di ascendenza militaresca, i quali sono trasfigurati in oggetti memorabili svuotati della loro storicità, in frammenti, schegge di un’esplosione fissata per sempre in un momento traumatico, in un lacerto mnemonico, in cui emergono i lutti incancellabili della comunità rivissuti nell’emergenza emotiva della liturgia presente. E l’espressività risultante, in pulsante rappresentatività è rivolta alla divinità, alla Madonna, o alle Madonne di Montevergine, di Piedigrotta, Dell’Arco, quasi a impetrarne una rassicurante partecipazione e una soluzione catartica. A dirla con Schneider, su tale potenza di formulazione, che grazie al suono sa darsi una forma percettibile pronunciando se stessa, la composizione in predicato, che assume la medesima denominazione simbolica nonché un ossessivo ritmo di base, accumula un liturgico susseguirsi di inni, di marce, di canti di trincea, di parodie di tradizione orale, ripercorrendo storicamente un ciclo secolare, a partire dalla guerra 1915-’18, e scorrendo i nefasti nazionalismi che condussero alla catastrofe della seconda guerra mondiale, e poi le nuove spinte politiche, l’americanismo capitalistico, il comunismo totalitario di regime, fino alla caduta del muro di Berlino, col quale si sono sgretolate tutte le ideologie. Le nuove guerre, meno ipocritamente, mostrano il cinico volto imperialistico della conquista dei mercati, giustificata eufemisticamente in nome della democrazia risciacquata negli inquinanti detersivi del consumo telecratico di massa.

Quindi, alle orecchie di un odierno ascoltatore, La funzione del centenario con lo scorrimento algido di fotogrammi sonori sovrapposti cubisticamente a moduli stilistici di definizione storica, accoglie la stupefatta consapevolezza di enfasi retoriche, di magniloquenze contraddittorie, di menzogne e conflitti stemperati nell’emotività bandistica di una barbara e ideale liturgia officiata in onore della Vergine Maria. E par quasi di assistere a una marcia di fantasmi, a una danza macabra, a una parata di reclute, di sergenti, di capitani, falciati nel fior dell’età, i quali pur rivendicano una melanconica identità storica, un essere morti nella logica emotiva del loro tempo, nell’uniforme militare imposta alla loro gioventù perduta. In conclusione, la composizione musicale prende l’aspetto di un drammatico ex-voto, di una sacra rappresentazione in cui, a mo’ di polittico, ricorre metastoricamente l’inaudita Storia degli ultimi cento anni.( Roberto De Simone)

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    Felice Mondo

    Corista e segretario dell'Ensemble Vocale di Napoli.

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