da: Giuseppe Sigismondo, Descrizione della città di Napoli e suoi borghi, II tomo, Napoli, presso i fratelli Terres, 1788, p. 254.
La storia della chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori ha inizio nel 1577, quando i frati dell'Ordine dei Servi di Maria decisero di edificare un nuovo convento a Napoli. Per la nuova fabbrica venne scelto questo luogo alle pendici della collina di San Martino, dove si tramanda che fosse già presente il culto per la Vergine Addolorata. I committenti della chiesa sono il nobile cosentino Manilio Caputo, il banchiere fiorentino Francesco Biffoli e l'architetto fiorentino e frate servita Giovanni Vincenzo Casale che fornì anche il progetto per la chiesa. Dell'originaria struttura rimangono a testimonianza il portale cinquecentesco che indica la data dell'inizio dei lavori (1582) e due dipinti all'interno della chiesa. A partire dalla metà del XVII secolo la chiesa venne ampliata e si arricchì di capolavori di celebri artisti quali Filippo Vitale, Mattia Preti, Battistello Caracciolo, Paolo Finoglio. Nel 1728 iniziarono i lavori diretti dall'architetto Niccolò Tagliacozzi Canale, che conferirono al convento e alla chiesa l'aspetto settecentesco che oggi ammiriamo. Nel corso del `700 alcune famiglie nobili assunsero il patronato delle cappelle che fecero decorare ed arricchire di opere d'arte: tra queste si ricordano la cappella Carafa di Maddaloni che venne impreziosita con due dipinti di Giacomo del Po e con stucchi della scuola di Domenico Antonio Vaccaro. Nel 1850 il pontefice Pio IX, con il favore della casa regnante borbonica, elesse la chiesa a basilica. Dal 1975 la cura pastorale della Parrocchia è affidata ai Missionari Monfortani.
Il 20 settembre 2015, in occasione della festa dei Sette Dolori della Beata Vergine, l'Ensemble Vocale si esibirà in un concerto gratuito con musiche sacre ispirate ai temi della Passione e dei Dolori della Vergine Maria.